Abbronzatura in sicurezza. Sole e prevenzione del melanoma

dottor riccardo bono-dermatologo

L'esperto Risponde : Dott. Riccardo Bono

Specialista in dermatologia

Il professor Bono è laureato in medicina e chirurgia presso l’Università “La Sapienza” di Roma e specializzato in Dermatologia e Venereologia presso l’Università Cattolica di Roma. Dal 2003 al 2014 è stato responsabile presso l’Istituto Dermopatico dell’Immacolata del modulo su dermatoscopia ad epiluminescenza e dal 2014 al 2016 responsabile della “Melanoma Unit”. Vanta inoltre numerose pubblicazioni concernenti lo studio del melanoma su diverse riviste scientifiche quali the Journal of American Academy Dermatology e the British Journal of Dermatology. 

Presso il suo studio di Roma, si occupa di laser, chirurgia dermatologica, dermatologia oncologica ed epiluminescenza.

https://riccardobono.it/

L'intervista al Prof. Bono sulla prevenzione del melanoma

Benvenuto/a al primo appuntamento della rubrica “L’esperto risponde”. Questa iniziativa nasce dalla consapevolezza che la prevenzione è fondamentale per preservare la propria salute e il proprio benessere e dalla volontà di divulgare informazioni accurate e precise riguardanti diversi argomenti relativi alla cura della persona. Per questo ogni mese ospiteremo uno specialista che risponderà alle domande che ci sottopongono in nostri clienti.

Abbiamo avuto il piacere di avere come ospite inaugurale della nostra rubrica il Professor Riccardo Bono, con cui abbiamo affrontato un argomento molto delicato e importante e che richiede la nostra attenzione soprattutto durante l’estate: la prevenzione del melanoma.

Di seguito troverai la trascrizione dell’intervista realizzata da Francesca e Sara, due delle nostre ragazze della dermo-cosmesi, oppure potrai anche guardare il video integrale della chiacchierata con il Dottor Bono.

Buona lettura o visione!

L’intervista:

Sara: “Buongiorno dottore e benvenuto. Innanzitutto la ringraziamo per il tempo che ha deciso di dedicarci.” 

Dott. Bono: “Buongiorno a tutti. Ringrazio la farmacia Bartuli di avermi considerato per questa pregevole iniziativa di divulgazione alla popolazione di numerosi argomenti importanti  come quello fondamentale della prevenzione e, nella fattispecie, le lesioni pigmentali, i melanomi e il rapporto con i co-fattori che possono sollecitare l’insorgenza di questi tumori.”

Francesca: “cos’è un neo o nevo?”

Dott. Bono: “Un neo fa parte delle lesioni pigmentate cutanee che si dividono in due grossi gruppi: le lesioni pigmentate melanocitarie, cioè che contengono i melanociti, e le lesioni pigmentate non melanocitarie, ossia cheratosi, angiomi e i dermatofibromi. I nei possono essere di diversi colori, dal nero al marrone, e di diverse dimensioni. I nei si dividono in tre tipologie: nei congeniti, ovvero presenti alla nascita, nei acquisiti nei primi anni di vita e nei dovuti alla foto-esposizione.”

Sara: “Che cos’è un melanoma?”

Dott. Bono: “Il melanoma è il tumore che prende origine dai melanociti, cioè le cellule deputate alla produzione della melanina e della pigmentazione della pelle. Il melanoma è un tumore molto aggressivo se diagnosticato tardivamente. Al contrario, se riconosciuto precocemente e asportato, si riesce a dominarlo completamente e questo, pensate, riguarda l’80/85% dei melanomi. Se invece, ripeto, viene diagnosticato tardivamente può crearci diversi problemi. Questa situazione può essere evitata dando tutte le informazioni affinché si possa riconoscere precocemente.”

Francesca: “Quali nei sono più a rischio?”

Dott. Bono:” I nei più a rischio sono paradossalmente non quelli rialzati pelosi, ma quelli piani con colore disomogeneo, con i margini frastagliati e con una forma irregolare; è anche importante la dinamicità dei nei. Non a caso prima è stata fatta la distinzione tra nei congeniti o apparsi nei primi anni di vita e nei acquisiti. I primi due tipi crescono con il soggetto e hanno una propria dinamicità. Al contrario i nei acquisiti, che appaiono dopo i 15/20 anni, soprattutto nelle zone di foto-esposizione, raggiungono al massimo 2/3 mm di dimensione. Troppa dinamicità dei nei in generale, ma soprattutto in quei nei che presentano un braccetto da una parte, che hanno un nodulo dentro o che hanno una variazione di colore all’interno, vanno individuati e possono essere asportati per poi sottoporli a una diagnosi istologica.”

Francesca: “I nei congeniti sono pericolosi?

Dott. Bono:” I nei congeniti possono essere divisi i tre gruppi: piccoli, fino a 3 cm di diametro, intermedi, fino a 20 cm, e giganti, sopra i 20 cm di diametro. Perchè questa distinzione? Solo i nei congeniti giganti hanno la propensione, nei primi anni di vita, verso il melanoma. Gli altri vanno considerati come i nei normali, con la loro potenzialità nel diventare qualcosa di maligno.

Sara: “Perchè e come effettuare l’auto-esame?”

Dott. Bono:” L’auto-esame è importantissimo ed è finalizzato a dare delle informazioni al dermatologo. Mi spiego meglio. La visita che noi facciamo ogni sei mesi o annualmente è un’istantanea di quel momento. Se prendiamo la buona abitudine di osservarci allo specchio due/tre volte l’anno, riusciamo a cogliere quelle dinamicità che sono utili da fornire durante il consulto medico. Non è compito del paziente definire se il neo è problematico o meno, ma è nelle sue possibilità notare cambiamenti nelle dimensioni e nella forma dei nei, perché è difficile anche per il medico, a un primo esame, poter dare una diagnosi. Quindi non bisogna sottovalutare l’importanza di osservare la dinamicità del neo nella forma, nel colore e nelle dimensioni.

Francesca: “Come riconoscere un melanoma: cos’è l’alfabeto?

Dott. Bono:” Con questa domanda ci riagganciamo al discorso precedente. La regola dell’alfabeto ABCDE” riassume le criticità da tenere sotto controllo nella dinamicità dei nei. A sta per lesione Assimetrica, ovvero le due parti del neo non sono uguali, B sta per Bordi irregolari, C per Colore nero o disomogeneo, D per Dimensione superiore al centimetro di diametro e E sta per Evoluzione, ovvero il neo sta cambiando. Come tutte le regole ha i suoi pro e i suoi contro: aiuta a schematizzare e ricordare gli aspetti da considerare quando si effettua l’auto-esame, ma, di contro, potrebbe creare inutili allarmismi. Per esempio nei grandissimi possono essere innocui e nei piccoli possono diventare problematici. Quindi diciamo che questa regola, secondo il mio parere, è più un memorandum per il medico che per il paziente. Infatti io ribadisco sempre ai miei pazienti di non prendersi la responsabilità di definire se il neo è “buono” o “cattivo”, ma di tenere sotto controllo la dinamicità dei nei.”

Sara: “Chi sono i soggetti più a rischio?”

Dott. Bono: “Nella valutazione della frequenza con cui un soggetto debba sottoporsi alla visita di controllo è fondamentale l’individuazione di fattori di rischio, quali l’ereditarietà, ovvero la presenza di casi di melanoma in parenti di primo grado, un caso pregresso di melanoma, presenza di un fotitipo 1, ovvero carnagione molto chiara e occhi e capelli chiari, essendo molto più suscettibili alle scottature solari e infine la presenza di molti nei atipici. Ne consegue che la compresenza di più fattori di rischio aumenta la necessità di visite frequenti.”

Francesca: “Un neo traumatizzato può favorire l’insorgenza del melanoma?”

Dott. Bono: “I preconcetti in medicina sono un argomento sempre interessante. Quello del neo traumatizzato o sanguinante è molto radicato, ma un’evento traumatico del neo è stato scagionato come causa del melanoma. Ovviamente se il neo sanguina senza una causa evidente siamo di fronte a un segnale  di allarme. Purtroppo la non correlazione tra evento traumatico e melanoma ha portato a una minore attenzione per i nei che si trovano in parti del corpo dove sono sottoposti a maggiori sollecitazioni, come mani, piedi, genitali. La posizione dei nei non è particolarmente rilevante, ma bisogna tener presente che essi potrebbero mutare le loro caratteristiche di atipicità o tipicità proprio a causa della loro sede.”
 

Sara: “Si può asportare un neo?”

Dott. Bono: “Io credo che questa domanda nasconda un altro preconcetto, ovvero che asportare i nei sia pericoloso perché le cellule tumorali in questo modo si diffonderebbero. La risposta è: certamente no. Ovviamente l’asportazione deve essere effettuata da un medico competente quali chirurgo dermatologo o un chirurgo plastico. Prima di eseguire un’asportazione chirurgica è necessaria una diagnosi approfondita, soprattutto in caso di lesioni estese e, in zone particolarmente sensibili come il viso, viene prelevato un campione per effettuare una biopsia prima di poter procedere. Viene sempre effettuata un’analisi approfondita per decidere se asportare o meno il neo.”

Francesca: “Come prevenire il melanoma?” 

Dott. Bono: “Fondamentale, come abbiamo accennato in precedenza, è l’autoesame, la fotoprotezione, importantissima, la giusta frequenza dei controlli e l’utilizzo di tutte le potenzialità diagnostiche. Quelle che abbiamo oggi a disposizione sono: il clinico esperto, il dermatoscopio, che è un piccolo apparecchio che viene poggiato sui nei, la videodermotoscopia, che nel gergo comune viene definita la mappatura dei nei, un apparecchio che permette di ingrandire i nei, analizzarli con un una luce particolare e memorizzarli per il confronto durante i controlli successivi.

Sara: “Cos’è l’epiluminescenza?”

Dott. Bono: “Epiluminescenza è un ulteriore termine con cui viene indicata la dermatoscopia o dermoscopia o microscopia di superficie; ha tanti sinonimi. È un’indagine diagnostica non invasiva che riprende in vivo i nei e si interpone tra la visita del clinico e l’esame istologico. Essa ci da degli elementi determinanti per decidere se asportare o meno il neo. L’epiluminescenza si esegue tramite due strumenti: il dermatoscopio,  che durante la visita permette di osservare i nei e fare uno screening iniziale, e il videodermatoscopio digitale che ci permette di acquisire le immagini e memorizzarle.” 

Francesca: “Sole e melanoma. Esiste una correlazione?

Dott. Bono: “Il sole è l’unico co-fattore dimostrato che può stimolare l’insorgenza del melanoma. È comunemente ritenuto che il melanoma derivi  da un neo che si tramuti in “cattivo” mentre, in realtà, solo nel 30% dei casi questo è vero. Per ben il 70% dei casi, invece, nasce dai melanociti che si trovano sulla pelle e che non hanno niente a che fare con i nei. Parlando quindi di fotoprotezione è in portante considerare la protezione totale del corpo e non solo quella dei nei. Se si vuole fare prevenzione si deve intervenire sui quei fattori per i quali è possibili attuare un’azione di contenimento dei rischi. Come detto, il sole, o meglio i raggi UV, è un co-fattore dell’insorgenza del melanoma ed è quindi attraverso il controllo dei tempi di esposizione, l’uso di creme solari idonee e l’utilizzo di indumenti adatti che si può iniziare a fare prevenzione. Importante è la protezione dei bambini: sopratutto in età infantile è fortemente sconsigliata l’esposizione al sole. Considerate poi il fatto che sino all’età di dodici anni non si ha ancora la capacitò di filtrare i raggi ultravioletti. Data quindi la correlazione tra sole e melanoma e data la diminuzione della capacità dell’atmosfera di filtrare i raggi solari, è fondamentale evitare le cosiddette scottature solari, soprattutto a inizio stagione. È invece saggio abituare gradualmente la pelle, con la giusta protezione, all’esposizione al sole, sino al raggiungimento di una buona abbronzatura, che altro non è che un meccanismo naturale di protezione del corpo all’aumentare dell’intensità dei raggi solari.”

Sara: Le creme solari sono efficaci? Come scegliere quella giusta?”

Dott. Bono: “Negli ultimi anni le case farmaceutiche hanno fatto dei grandi passi in avanti nello studio di soluzioni altamente efficaci da un punto di vista della protezione della pelle e contemporaneamente andando a ridurre l’impatto ambientale che sino a qualche tempo fa avevano alcuni di questi prodotti. Oggigiorno esistono ritrovati che riescono a proteggerci dai raggi ultravioletti  di tipo A, B e anche dagli ultravioletti  blu (per intenderci: quelli prodotti dai monitor e dalle luci al neon). La scelta della crema e il suo utilizzo corretto sono sicuramente passaggi fondamentali. Se per consuetudine siamo abituati a pensare alla crema solare come a una vernice che mettiamo sul nostro corpo per bloccare i raggi solari, come quindi a un qualcosa di fisico, in realtà dobbiamo intenderla come un qualcosa di chimico, qualcosa che viene indotto e che, dopo un lasso di tempo, ha una decadenza di efficacia che va quindi ripristinata con una nuova applicazione, circa ogni due/tre ore. Esistono ormai tanti tipi di prodotti di protezione solare: dalle creme agli spay, da quelle trasparenti a quelle idrorepellenti e apposite per chi pratica sport. L’ampia scelta ci permette di trovare il prodotto giusto per i nostri gusti, ma, ancor meglio, giusto per i nostro fototipo o insorgenze allergiche a determinati elementi. Come dermatologo ovviamente consiglio sempre creme con un parametro di protezione che parta dai 30 ai 50, per salire nei casi di utilizzo sui bambini o su casi estremi o patologie particolari. A inizio stagione si inizierà ad usare un prodotto con un alto fattore di protezione per poi scendere man mano che il nostro livello di abbronzatura aumenta.”

Sara: “Perfetto. Ringraziamo ancora il Dottor Bono per la sua disponibilità.”

Dott. Bono: “Grazie a voi di avermi invitato per parlare di un tema così importante. Vorrei lanciare un ultimo messaggio: la visita di controllo dei nei è fondamentale poiché essendo il melanoma uno dei pochissimi tumori che riusciamo a vedere, sarebbe  un peccato arrivare a diagnosticarlo in ritardo. D’altra parte non bisogna scadere nella paranoia con visite continue. Ogni soggetto ha il suo tempo ed è sufficiente una prima visita per poi determinare la frequenza necessaria dei controlli di verifica. Basta veramente poco per individuare il melanoma precocemente, poter intervenire e assicurare una guarigione completa del paziente.

Grazie e buona estate a tutti!