Omega 3: cosa sono?

OMEGA3: COSA SONO E A COSA SERVONO

omega 3: cosa sono?

Gli Omega 3 sono acidi grassi essenziali polinsaturi. La loro presenza è fondamentale nella nostra dieta e nella nostra integrazione quotidiana.

In particolare i due acidi grassi della serie Omega 3 di importanza clinica e integrativa sono due: l’acido eicosapentaenoico (EPA) e l’acido docosaesaenoico (DHA).

I grassi polinsaturi sono fondamentali per fornire la corretta fluidità alle membrane cellulari. Infatti, se si assumono eccessivi quantitativi di grassi saturi, le membrane cellulari tendono ad irrigidirsi e questo porta a diversi tipi di disfunzioni. Da questo già si intuisce quanto gli omega 3 siano fondamentali per il corretto funzionamento cellulare.

Assunti attraverso il pesce grasso e il pesce azzurro, ma anche mediante alghe e semi di lino, gli omega 3 vantano importantissime attività biologiche. Essendo appunto acidi grassi essenziali, questi devono essere assunti dall’esterno in quanto l’organismo umano non è in grado di produrli autonomamente e l’assunzione deve essere quotidiana.

A questi nutrienti vengono infatti attribuite proprietà antinfiammatorie, antiossidanti e metaboliche particolarmente preziose nella gestione delle principali patologie occidentali come diabete, dislipidemie e patologie infiammatorie. La buona tollerabilità contribuisce al grande successo di questi integratori. 

Proprietà degli Omega 3

Attualmente agli acidi grassi omega 3 vengono attribuite:

proprietà cardio-protettive e vaso-protettive mediate dall’azione antitrombotica e antipertensiva.

Proprietà neuro-protettive, preziose in molte patologie neurodegenerative. In particolare il DHA è fondamentale soprattutto per il benessere del nostro cervello in quanto è coinvolto nella formazione della membrana dei neuroni, nella formazione della guaina mielinica degli assoni dei neuroni e la sua presenza è abbondante nella materia grigia.

Proprietà ipolipidemizzanti e proprietà citoprotettive.

Alla luce di queste proprietà gli omega 3 vengono attualmente impiegati, accanto ad una dieta equilibrata, nella prevenzione di: patologie metaboliche come il diabete e l’ipercolesterolemia, patologie cardiovascolari, patologie neurologiche come l’Alzheimer, la demenza senile e il Parkinson, patologie autoimmuni.

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Olio di Pesce Omega 3

Integratore alimentare a base di EPA e di DHA che contribuiscono alla normale funzione cardiaca. 

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Capelli: problematiche e rimedi

BEAUTY ROUTINE CAPELLI E CUOIO CAPELLUTO

Problemi dei Capelli

I capelli ricoprono una grande importanza per le persone e spesso ne rispecchiano la personalità e il modo di essere. Inoltre spesso cambiare colore o taglio di capelli è un’azione simbolica di cambiamento, rinascita e voglia di novità.

Per questo sia per gli uomini che per le donne il diradamento e la perdita di capelli vengono vissuti in maniera molto negativa.

Per questo è importante individuare il prima possibile le cause che portano alla caduta dei capelli e trovare soluzioni adeguate per migliorare la situazione, o almeno rallentarne il processo.

Anche il cuoio capelluto può presentare problematiche fastidiose come forfora, seborrea e dermatiti. Infine la capigliatura tende a diradarsi quando le radici vanno incontro a variazioni del ciclo del capello, causando la caduta prematura.

Il diradamento spesso è dovuto a cause ereditarie o ci sono le condizioni associate quali dermatite seborroica, acne, anemia, patologie della tiroide, malattie croniche, depressione o se il soggetto è sottoposto a un trattamento farmacologico.

Inoltre la frequente esposizione al sole, le lampade abbronzanti, le variazioni di peso, il fumo, la dieta, lo stress e la qualità dei prodotti utilizzati per la detersione e il trattamento possono alterare la salute e la bellezza dei capelli. Infatti spesso i capelli sono stressati da shampoo troppo aggressivi, lavaggi frequenti, styling e colore.

Vediamo insieme quali sono le diverse problematiche che posso insorgere e quali accorgimenti adottare per contrastarle.

1.Capelli secchi, spenti e fragili

La secchezza dei capelli può essere determinata da diverse cause: insufficiente  produzione di sebo, ridotta dimensione delle ghiandole sebacee, rallentamento della secrezione sebacea dovuta all’età. Ma anche da cause esterne come lavaggi frequenti, shampoo aggressivi, uso di elastici stretti, asciugatura troppo calda, uso frequente della piastra, colorazioni, trattamenti meccanici aggressivi che danneggiano il fusto.

Cosa succede quindi? Le cellule della cuticola del capello si sollevano, la cuticola non riflette più la luce e i capelli diventano opachi, secchi, tendono ad aggrovigliarsi facilmente e a formare doppie punte.

Ci sono diversi modi di intervenire per restituire ai capelli lucentezza, vigore e robustezza.

Primariamente abbandonare le cattive abitudini che possono danneggiare i capelli e seguire un beauty routine adatta alle problematiche specifiche dei propri capelli.

Se per un lungo periodo i capelli sono secchi e si spezzano facilmente è opportuno effettuare un’analisi del capello e del cuoio capelluto per individuare le cause che danno origine alla problematica, onde evitare conseguenze peggiori come il diradamento e la caduta.

Il protocollo di trattamento comprende:

  • shampoo ristrutturante + balsamo ristrutturante
  • siero o maschera ristrutturante
  • crema per le doppie punte
  • colore ad alta tollerabilità.

2.Forfora, seborrea, irritazione

La forfora è legata a tre fenomeni: infiammazione (che genera irritazione e prurito) iperdesquamazione (una produzione troppo rapida di cellule che legandosi tra loro formano la forfora) e la proliferazione della Malassezia furfur, un fungo normalmente presente nella flora cutanea, che però può dare origine a infezioni. Le cause di questo aumento possono essere climatiche, dovuto alle alte temperature e all’aumento della sudorazione, oppure possono derivare da una predisposizione avendo pelle grassa che tende a soffrire di seborre, o essere legate a fattori ormonali.

La routine per il trattamento comprende:

  • shampoo antiforfora alternato a uno shampoo lenitivo + balsamo
  • Fiale/lozione antiforfora

3.Caduta reversibile

È una forma di caduta che si manifesta a qualunque età, in ambedue i sessi ed è reversibile.

Inizia improvvisamente, spesso associata a dolore al cuoio capelluto. La perdita di capelli è molto abbondante: fino a 400 capelli al giorno. Non è presente la miniaturizzazione del fusto, il diradamento è visibile solo nella forma acuta. Le cause vanno ricercate in problematiche occorse almeno 2 mesi prima della caduta e possono essere provocate da: lunga esposizione ai raggi Uv, febbre elevata, interventi chirurgici, malattie gravi, stress, diete dimagranti, anemia, postpartum, allattamento, assunzione di farmaci. 

Una delle forme più frequenti di caduta reversibile è quella legata al cambio di stagione con l’arrivo dell’autunno.

La beauty routine da adottare comprende:

  • fiale/lozione
  • shampoo anticaduta + shampoo da alternare + balsamo
  • maschera ristrutturante
  • colore ad alta tollerabilità

4.Alopecia androgenetica in menopausa

La menopausa è una fase di cambiamento  a cui concorrono due fattori: il calo degli estrogeni e l’invecchiamento cellulare. Con l’età il fusto del capello diventa sempre più sottile, a causa dell’atrofia della  guaina connettivale che riveste la radice, e il diradamento aumenta perché molti capelli cadono e non ricrescono più.

Possiamo però intervenire per rallentare questo processo utilizzando una beauty routine dei capelli specifica che comprenda:

  • fiale anticaduta donna
  • shampoo anticaduta e balsamo
  • maschera ristrutturante, contiene attivi in grado di penetrare in profondità, a seconda del bisogno specifico. 
  • colore ad alta tollerabilità, è delicato non aggredisce capelli e cuoio capelluto.

5.Alopecia androgenetica uomo

Il diradamento dei capelli nell’uomo è localizzato nelle zone del vertice e delle tempie e la caduta è progressiva. Nelle aree colpite i capelli presentano un’alterazione dell’uniformità del calibro.

L’alopecia androgenetica è dovuta a fattori genetici e ormonali, che riducono la fase di anagen, ovvero alla fase di crescita del capello, e alla modifica del microbiota cutaneo, fattore che aggraviamoci ulteriormente la condizione del capello.

La routine pr prendersi cura dei capelli comprende:

trattamenti anticaduta uomo in file, lozione o mousse. Permettono di allungare la  fase anagen, frenano la caduta e facilitano la ricrescita. Si previene l’atrofia del bulbo e si contrasta l’infiammazione. Le formulazioni anticaduta comprendono sostanze che ispessiscono il fusto dei capelli, rinforzandoli, e che facilitano il microcircolo. Tutti questi principi attivi sono molecole o complessi brevettati, nati dalla ricerca scientifica, ma anche estratti vegetali, Vitamine del gruppo b e minerali.

Shampoo anticaduta + balsamo. Nell’alopecia androgenetica il fusto viene compromesso; occorre, quindi, usare uno shampoo delicato e specifico e un balsamo per favorire la pettinabilità. 

I consigli di Nutrizione

L’alimentazione riveste un ruolo importante per la salute e la bellezza dei capelli. Nella composizione chimica dei capelli troviamo alcune indicazioni su quali nutrienti risultano determinanti per il loro benessere: proteine( cheratina) lipidi e vitamine.

Per far crescere sani e forti i capelli e contrastarne la caduta occorre introdurre in modo equilibrato proteine di origine animale (L-lisina, un aminoacido presente nella carne rossa, nelle uova e nel pesce favorisce l’assorbimento del ferro), necessario per la crescita corretta del capello; pesce (acidi grassi essenziali omega 3, la cui carenza può provocare desquamazione del cuoio capelluto, ferro (in caso dieta vegetariana o vegana, nelle lenticchie).

Il ferro assunto con gli alimenti è poco biodisponibile, per questo è bene associare sempre alimenti ricchi di vitamina C, che aiuta ad assorbirlo. Ancora, zinco ( ostriche e sardine) silicio (essenziale per la composizione della cheratina, è presente in barbabietola, mela cotogna, spinaci, rape, prezzemolo, ravanelli).

Infine frutta e verdura (la vitamina B3 stimola la microcircolazione sanguigna e si trova in mandorle, funghi, asparagi, avocado, semi di cacao, ravanelli neri, prezzemolo e cavolo.

La vitamina B5 favorisce la crescita dei capelli e si trova insediano rapa, cavolfiore, frutta a guscio, aglio e avocado. La vitamina B7, infine, aiuta a regolare la produzione di sebo e si trova in banane, cavolo, mandorle, pomodori e grano.

Come Rafforzare le Difese Immunitarie

DIFESE IMMUNITARIE:
COSA SONO

Il nostro sistema immunitario costituisce l’apparato difensivo del nostro organismo, che ci permette di combattere le aggressioni esterne di batteri, funghi e virus, chiamati anche antigeni. 

La caratteristica fondamentale del sistema immunitario è la sua capacità di distinguere tra ciò che non costituisce un pericolo e deve essere preservato, e ciò che, invece, è nocivo per l’organismo e deve essere eliminato.

Possiamo distinguere due tipologie di  immunità:

  1.  l’immunità aspecifica o innata. Consiste nella nostra prima linea di difesa contro le aggressioni esterne, molto rapida nella risposta, ma con un’efficacia limitata;
  2. l’immunità specifica o acquisita. Consente una risposta contro gli antigeni potente e mirata, ma più lenta. L’immunità specifica infatti, come suggerisce il nome stesso, deve entrare in contatto con l’agente infettivo per poter produrre anticorpi specializzati relativi a uno specifico agente patogeno.  Ciò significa che si attiva e si “specializza” quando il nostro organismo viene attaccato.

Quando il sistema immunitario si indebolisce o viene colpito da un agente aggressivo abbiamo un’alta probabilità di ammalarci. Il nostro corpo, infatti, è continuamente sottoposto all’attacco di microorganismi patogeni, più o meno nocivi. Le difese immunitarie spesso riescono a bloccare sul nascere l’attecchimento di un microrganismo patogeno, in altri casi il microrganismo entra nel nostro organismo, ma il sistema immunitario riesce a contrastarlo, evitando che si manifesti una sintomatologia evidente. Purtroppo, a volte i microrganismi riescono a prevalere sulle difese immunitarie, determinando l’insorgere di una malattia.

Quali armi utilizza il nostro sistema immunitario per difenderci? 

Il nostro sistema immunitario ha a sua disposizione un vero arsenale: organi linfatici, cellule, mediatori chimici e barriere fisiche, come pelle, capelli, ciglia e mucose. Ci avvaliamo di 2 tipi di organi linfatici: quelli primari, come i globuli bianchi, e quelli secondari, che intrappolano i materiali dannosi che verranno poi eliminati dai globuli rossi.

Perchè a volte abbiamo le difese immunitarie basse?

Le difese immunitarie basse possono dipendere da cause patologiche, dovute:

  • a un’alterazione del sistema immunitario che porta all’indebolimento dei globuli bianchi;
  • da cause esterne dovute al nostro stile di vita come stress, carenza di vitamine, uso di antibiotici, freddo e cambio di stagione, vita sedentaria.

Avere le difese immunitarie basse non solo aumenta sensibilmente la possibilità di ammalarsi più frequentemente, ma comporta anche degli stati fisici che condizionano negativamente la nostra vita, quali un perpetuo senso di debolezza e stanchezza, dolori muscolari, mal di testa, caduta dei capelli, anemia, pelle secca e disidratata.

I RIMEDI PER LE DIFESE IMMUNITARIE BASSE

Il passo fondamentale e imprescindibile per combattere le difese immunitarie basse è l’adozione di uno stile di vita sano, con una particolare attenzione al regime alimentare.

1. CORRETTA ALIMENTAZIONE

Un’alimentazione corretta passa attraverso il consumo di almeno 5 porzioni al giorno di frutta e verdura e la predilezione per i cereali integrali rispetto a quelli raffinati; inoltre è importante l’assunzione di yogurt a cui è possibile associare l’assunzione di probiotici ( fermenti lattici), limitare l’utilizzo dei grassi e non eccedere con le proteine. Una buona abitudine è quella di inserire nella propria alimentazione, ma con moderazione, la frutta secca, come mandorle, noci, nocciole e pistacchi(non salati!) perchè ricca di vitamina E.

2. IL SONNO: anche se ad alcuni può sembrare tempo perso è fondamentale dormire almeno 7-8 ore a notte. Il sonno aiuta l’organismo a rigenerarsi e a svolgere al meglio tutte le sue funzioni. I disturbi del sonno possono avere forti ripercussioni sull’efficienza del nostro sistema immunitario.

3. NO ALLA SEDENTARIETÀ: l’attività fisica regolare, praticata in maniera equilibrata, aiuta a potenziare il sistema immunitario; infatti aiuta a migliorare la tolleranza al glucosio e riduce il rischio di ammalarsi di diabete di tipo 2, previene l’ipercolesterolemia e l’ipertensione e riduce i livelli della pressione arteriosa e del colesterolo. Diminuisce inoltre il rischio di sviluppo di malattie cardiache, previene e riduce l’osteoporosi e il rischio di fratture, ma anche i disturbi muscolo-scheletrici, come il mal di schiena). Aiuta, inoltre, a ridurre ansia, stress e depressione, favorisce il benessere psicologico e produce dispendio energetico contrastando il rischio di obesità. Molti studi hanno dimostrato che lo sport migliora la funzione dei neutrofili, una componente cellulare dei globuli bianchi.

4. ABBASSO LO STRESS: lo stress psicofisico indebolisce il sistema immunitario, sottoposto a un maggior carico di lavoro. Esso, infatti, provoca un indebolimento dei globuli bianchi e abbassa la loro capacità di attivarsi contro le infiammazioni. Fare attività fisica, dedicarsi ai propri hobby, ascoltare musica possono rivelarsi un ottimo toccasana!

DIFESE IMMUNITARIE A TAVOLA

VITAMINA A: rafforza pelle e capelli, favorisce lo sviluppo corretto delle ossa e il funzionamento della retina. La troviamo in misura importante in carote, spinaci, cavolo, zucca, cicoria, pomodoro e avocado.

IMMANCABILE VITAMINA C: fondamentale nella stagione invernale per la prevenzione e cura di raffreddore, influenza e affezioni respiratorie, dato che stimola le difese immunitarie.  Ma i suoi benefici non finiscono qui: grazie alla sua potente azione antiossidante, la vitamina C ci protegge dall’aggressione dei radicali liberi, e coadiuva la pelle nella sua funzione di prima barriera contro gli agenti patogeni. Inoltre aiuta l’organismo nel processo di assorbimento del ferro, minerale fondamentale che costituisce emoglobina e mioglobina, le proteine che trasportano l’ossigeno nel corpo. Presente in molti alimenti, ma in particolare nella frutta e verdura fresca e di stagione, quali agrumi, frutti di bosco, ananas, kiwi e papaya, peperoncino, peperoni, patate, pomodori e verdura a foglia verde.

VITAMINA D: alla base di importanti funzioni biologiche è fondamentale per l’apparato scheletrico, poiché mantiene le ossa forti e sane e stimola l’assorbimento di calcio e fosforo. La Vitamina D, inoltre, è essenziale per stimolare la produzione di endorfine, serotonina e dopamina, i neurotrasmettitori che modulano il tono dell’umore, contrastando i fenomeni depressivi.

La Vitamina D si trova nel pesce azzurro, nel pesce spada,  nei molluschi, nelle frattaglie, in particolare nel fegato, nelle uova, nei latticini. Nei vegetali si trova la vitamina D2 in frutta secca, funghi, fagioli e nelle verdure a foglia verde.

5. ZINCO: fondamentale per il buon funzionamento di insulina, ormoni sessuali e ormoni della crescita e nel controllo del metabolismo. Lo Zinco ha anche un’azione antiossidante e un effetto antivirale, inoltre è importante per mantenere una memoria forte  ed è un efficace alleato contro la depressione.

Lo zinco si trova soprattutto nel pesce, nelle ostriche, nella carne rossa, nei legumi, nella frutta secca, nel cioccolato fondente, nei tuorli d’uovo, nei funghi, nei semi di zucca, nei cereali integrali, nei semi di girasole e nel lievito di birra.

6. FERRO: nutriente essenziale per il benessere del nostro organismo poiché favorisce la produzione di emoglobina e di globuli rossi, assicurando una corretta ossigenazione delle cellule del corpo, garantendo così la vitalità e la crescita armoniosa dell’intero organismo.

Inoltre stimola le funzioni del fegato, della milza, dell’intestino e del midollo osseo. Negli alimenti, il ferro si presenta in due forme: ferro eme, più facilmente assimilabile, presente nelle carni, soprattutto in fegato, manzo, prosciutto, bresaola, pesci, molluschi e crostacei; ferro non-eme, di origine vegetale, presente soprattutto in cavoletti di Bruxelles, spinaci, cacao, mandorle e fichi secchi.

7. SELENIO: antiossidante, sostiene la funzionalità del sistema immunitario poiché favorisce la produzione di anticorpi. Lo troviamo principalmente negli alimenti di origine animale, in pesci, molluschi, crostacei e frattaglie, ma si trova, in concentrazioni variabili, anche in diversi cereali, legumi, semi oleosi, frutti ed ortaggi.

PRODOTTI CONSIGLIATI

Gli integratori alimentari possono essere un aiuto nell’aumentare le difese immunitarie, ma non sono assolutamente un sostituto di una dieta varia e bilanciata e di uno stile di vita sano.
Prima dell’assunzione rivolgersi sempre al proprio medico o al farmacista di fiducia, soprattutto in caso di gravidanza, in presenza di patologie o di assunzione di farmaci.

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Maskne: cos’è e come combatterla

MASKNE: cos'è e come combatterla

MASKNE: COS'è?

La parola Maskne deriva dall’unione delle parole mask (mascherina) e acne.

Il Maskne è un’alterazione a livello cutaneo dovuta all’uso quotidiano della mascherina che può provocare rossori, brufolipunti neri e irritazioni e dermatiti.

Ma perchè l’uso della mascherina causa il maskne?

La mascherina, come sappiamo, impedisce la fuoriuscita del nostro respiro nell’aria, creando al suo interno un ambiente caldo, umido e poco ossigenato

Questo microclima comporta una proliferazione dei batteri e una maggior produzione di sebo con una conseguente occlusione dei pori. Inoltre, la scarsa ossigenazione dei tessuti rende la pelle poco luminosa e opaca.

La mascherina impedisce la corretta ossigenazione della pelle e l’accumulo di sebo e sudore nei pori. Inoltre l’ambiente caldo umido sotto la mascherina è favorevole alla proliferazione dei batteri. Questa fatidica combinazione dà vita al fenomeno Maskne! Ovviamente una storia pregressa di tendenza alla comparsa dell’acneuna pelle sensibile e reattiva, contribuisce alla facilità di comparsa dei sintomi da Maskne. 

CONSIGLI PER COMBATTERE IL MASKNE

Per fortuna l’acne da mascherina è una condizione momentanea che si può migliorare, o anche risolvere, adottando dei semplici accorgimenti. Ecco alcuni consigli per proteggere la pelle dalla mascherina:

Indossa sempre una mascherina pulita, dato che la mascherina diventa un ricettacolo di sporco e batteri.

Fai attenzione all’alimentazione. Cerca di eliminare i cibi che hanno un effetto infiammatorio come latticini e zuccheri. Segui una dieta equilibrata che ti aiuti a migliorare l’aspetto della tua pelle.

Adotta una giusta beauty routine. I prodotti utilizzati devono mirare a creare il giusto equilibrio tra idratazione e purificazione.

Prenditi cura della pelle. Detergi delicatamente la pelle al mattino e alla sera, o comunque appena rientri a casa.

LA BEAUTY ROUTINE PER IL MASKNE

Ogni beauty routine che si rispetti comincia con una corretta detersione. Pulire la pelle a fondo e regolarmente è fondamentale per eliminare sporco e batteri e per prepararla al meglio a ricevere i trattamenti successivi.

Per combattere l’acne da mascherina bisogna evitare di utilizzare detergenti troppo aggressivi o troppo “leggeri”; sono banditi quindi latte detergente e struccanti a base oleosa che non prevedono risciacquo. Per combattere il Maskne, sono sconsigliati anche i detergenti con tensioattivi aggressivi e potenzialmente irritanti, come quelli a base di solfati. Lava la pelle con acqua, un’emulsione o un gel per l’acne. Per completare la pulizia puoi usare una lozione tonica delicata. Dopo la pulizia applica una crema idratante: formerà un sottile strato protettivo tra la pelle e la mascherina limitandone l’attrito, ma applicarla almeno 15 minuti prima di indossare la mascherina per darle il tempo di assorbirsi.

Scegliere una soluzione con una texture delicata che non appesantisca la pelle. Per questo sono ideali le creme gel o i sieri per il viso leggeri. Il siero è un prodotto estremamente versatile che si può utilizzare anche come sostituto della crema nel caso di pelli molto grasse. Infatti, se la pelle produce molto sebo nel corso della giornata, potrai affidarti a un siero specifico opacizzante e purificante, soprattutto nella beauty routine mattutina.

Nel caso di pelle secca e disidratata, invece, si consiglia di optare per sieri idratanti a base di acido ialuronico. Utilizzare un trattamento con antiossidanti che proteggano la pelle dagli agenti esterni ed evitare prodotti che contengono retinolo o altre sostanze potenzialmente irritanti.

Come scegliere la crema giusta? Ovviamente ogni pelle ha le sue esigenze da rispettare. Se la pelle è molto secca e disidratata nella beauty routine mattutina, applica una crema idratante leggera, mentre per pelle grassaacneica si consigliano prodotti specifici per la beauty routine serale.

Scrub e peeling chimici aiutano a eliminare le cellule morte migliorando l’ossigenazione della pelle, ma potrebbero essere troppo aggressivi e sensibilizzare ulteriormente la pelle.

Invece consigliamo l’utilizzo una volta a settimana di maschere leggere per levigare ed esfoliare il viso con estrema delicatezza oppure per un trattamento idratante e lenitivo immediato..

Trucco e Maskne. Se desideri truccarti sotto la mascherina è fondamentale scegliere un fondotinta non comedogeno che non ostruisca i pori e indicato per la pelle acneica. Applicalo sulla pelle pulita, idratata e asciutta e fissalo con una cipria. Rimuovi il fondotinta appena rientri a casa effettuando un’efficace detersione.

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Cambio di stagione: rimedi

CAMBIO DI STAGIONE: I RIMEDI

I sintomi del cambio di stagione

Tutti noi abbiamo provato, almeno per qualche giorno, le conseguenze del cambio di stagione: stanchezzadebolezzaansiainsonniairritabilitàsonnolenzadisturbi gastrici e malessere generale.

Ancora oggi non sappiamo le ragioni effettive per le quali il cambio di stagione mette così in difficiltà il nostro organismo. Alcuni studi sono arrivati alla conclusione che le variazioni di temperatura, umidità e pressione abbiano un’influenza diretta su i neuro-trasmettitori, le cellule cerebrali che regolano anche la nostra sfera emotiva. Inoltre, durante il passaggio dalla primavera all’estate e dall’autunno all’inverno, il nostro organismo si prepara al cambiamento di temperature con variazioni ormonali; il tempo di esposizione alla luce, maggiore o minore a seconda delle stagioni, modifica i livelli di melatonina, l’ ormone che regola il ritmo sonno-veglia, oppure il corpo, per bilanciare l’abbassamento delle temperature in inverno, innalza la funzione tiroidea. Insomma, il nostro corpo si autoregola in base alle stagioni per poter rendere al meglio!

DISBIOSI E CAMBIO DI STAGIONE

Come sappiamo, l’intestino è il nostro secondo cervello e la sua salute influenza profondamente il nostro stato di benessere generale. A determinare questa serie di reazioni fastidiose potrebbe essere un intestino “impreparato” e colto di sorpresa da questi bruschi cambiamenti: è quella che, oggi, a detta delle varie comunità scientifiche, viene definita “disbiosi intestinale”, ovvero lo squilibrio della flora batterica intestinale. Questa condizione può provocare diversi stati di malessere.

1) ansia e irritabilità, sono regolate dalla serotonina. La serotonina è il neuro-trasmettitore che regola l’umore, ma in caso di disbiosi viene prodotta in una concentrazione molto più bassa della norma.

2) insonnia. Questa è provocata da una bassa produzione di melatonina, dipendente dalla produzione di serotonina.

3) disturbi intestinali. sono, probabilmente, la conseguenza dell’adattamento forzato alle nuove condizioni climatiche; spesso a scatenarli è il cambio di stagione, che può stimolare importanti vie nervose e ormonali le quali favoriscono un eccesso di secrezione acida nello stomaco esacerbata da un intestino disbiotico, quindi scarsa risposta immunitaria ed esplosione di tutti i sintomi sopraelencati;

4) Stanchezza, malessere generale e sonnolenza. Frequenti soprattutto nei periodi di transizione tra le stagioni questi sintomi si presentano spesso al mattino con la sensazione di non aver riposato durante la notte e una bassa scorta di energia.

I rimedi per affrontare la nuova stagione

Recenti studi lasciano ben sperare sull’impiego potenzialmente “terapeutico” di probiotici per il trattamento di tutti i sintomi legati al cambio di stagione e, in fase di prevenzione, con miglioramento evidente dell’attività microbiotica intestinale e rafforzamento del sistema immunitario. Ovviamente  è fondamentale seguire uno stile di vita sano: alimentazione corretta, attività fisica e riposo notturno adeguato.

Sonno. Il sonno è fondamentale per essere in forma e superare i fastidi del cambio di stagione. Dormire per 7-8 ore a notte è importante quanto seguire una corretta alimentazione e praticare esercizio fisico. Il sonno, infatti, ha ripercussioni sul nostro umore e sulle nostre prestazioni, sia mentali che fisiche. Dormire poco e/o male influisce direttamente sui processi infiammatori, sulla risposta immunitaria sul metabolismo.

Attività fisica. L’esercizio fisico aumenta la produzione di energia dell’organismo e aiuta il nostro corpo a combattere gli stati di stanchezza e stress, tipici di questo periodo. Inoltre il movimento, soprattutto all’aria aperta, provoca il rilascio di endorfine, i neurotrasmettitori che regolano l’umore, e la luce del sole, soprattutto quella mattutina, stimola la produzione di vitamina D, fondamentale per il nostro benessere. Per questo è importante praticare attività fisica a bassa intensità come camminare o pedalare, per almeno 3-4 volte a settimana.

Corretta alimentazione. Per avere un regime alimentare perfetto l’ideale sarebbe suddividere la giornata in 5 pasti, consumando almeno 5 porzioni al giorno di frutta e verdura e variando i cibi in modo da garantire all’organismo il giusto apporto di macro-nutrienti e micronutrienti. Inoltre sarebbe buona pratica bere almeno 1,5 litri di acqua al giorno.

I cibi migliori per affrontare questo periodo dell’anno sono: frutta e verdure fresche, cereali integrali, legumi freschi, noci e semi. Per superare lo stato di spossatezza ci viene in aiuto la vitamina B1, che ha la funzione di coadiuvare la trasformazione di carboidrati e aminoacidi in energia. Alimenti ricchi di vitamina B1 sono le lenticchie, i semi di papavero, la crusca, la soia e i pistacchi. Purtroppo la vitamina B1 non viene prodotta dall’organismo perciò è necessario assumerla tramite la dieta.

I nostri consigli: stile di vita sano!

1) Devi abituarti gradualmente ai cambiamenti stagionali. Cerca di ripristinare con calma i tuoi ritmi abituali, ascoltando i segnali del tuo corpo, senza stress.

2) Muoviti! Sfrutta ogni occasione per camminare. Per esempio, se puoi, recati a lavoro a piedi o in bicicletta.

3) Depurati!  Goditi delle tisane a base di cardo mariano, tarassaco o di ortica, associandole anche ad ottimi drenanti, come la betulla. Inoltre bevi almeno 2 litri di acqua al giorno per smaltire le scorie accumulate.

4) Fai attività all’aria aperta, durante le ore più calde della giornata fate lunghe passeggiate o godetevi semplicemente il sole e la luce della primavera.

5) Ritaglia del tempo per te e fai quello che ti fa stare bene per liberare la mente da paure e preoccupazioni. Dipingi, corri, fai yoga o giardinaggio. L’importante è allontanare lo stress.

6) Evita i cibi grassi, ricchi di zuccheri e troppo calorici e tieni sempre a mente che frutta e verdura di stagione sono un valido aiuto per reintegrare le energie.

7) Elimina le cattive abitudini come dormire tutto il pomeriggio, bere troppo caffè o stare tutta la serata davanti allo smartphone. Queste attività alterano l’equilibrio circadiano e, di conseguenza,  il ciclo de tuo sonno.

PRODOTTI CONSIGLIATI

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Integratore alimentare caratterizzato da un mix di fermenti lattici vivi ad azione probiotica. La loro attività probiotica favorisce l’equilibrio della flora batterica intestinale che può risultare alterata.

CARNIDYN PLUS CPR

Integratore alimentare utile in tutti i casi di ridotto apporto con la dieta o di aumentato fabbisogno di acetil-L-carnitina taurinato, vitamine, sali minerali, creatina, acido aspartico, asparagina e carnosina.

SUSTENIUM PLUS

Integratore alimentare di creatina, arginina, beta alanina, vitamine e sali minerali. Con vero succo d’arancia. Non utilizzare in gravidanza e nei bambini.

SUSTEMIUM MAGNESIO E POTASSIO

Integratore alimentare per la reidratazione salina.
A base di magnesio, che contribuisce alla riduzione del senso di stanchezza e di potassio, che contribuisce al mantenimento della normale pressione sanguigna.

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ALLERGIE DI PRIMAVERA: SINTOMI E RIMEDI

Allergie ai pollini: le cause

In primavera i pollini diventano responsabili di allergie difficili da combattere, che hanno come conseguenze diversi fastidiosi disturbi: infiammazione e irritazione delle mucose degli occhi e gonfiore delle mucose del naso, con presenza di tosse e muco. L’allergia si aggrava quando l’infiammazione valica i confini delle vie aeree, coinvolgendo anche altre sedi: labbra, cavo orale, orecchio medio.

Oltre il 20% italiani combattono ogni anno contro i pollini e soffioni di graminacee, cipressi, noccioli, betulle, parietarie ecc., tanto che le allergie si posizionano ai primi posti fra le malattie croniche.

La comparsa di allergie è dovuta primariamente a una predisposizione genetica e a varie concause quali inquinamento, fumo passivo, regime alimentare e cambiamenti climatici.  La causa delle allergie è una reazione alterata o anomala del sistema immunitario ad alcune sostanze che l’organismo riconosce come non compatibili, producendo di conseguenza anticorpi particolari che provocano la liberazione di istamina e altre sostanze pro-infiammatorie dalle cellule immunitarie.

Per contrastare le allergie esistono due tipologie di terapie: la prima consiste nell’utilizzo di farmaci antistaminici e di steroidi topici nasali, come cortisone a bassissime dosi. Gli antistaminici combattono soprattutto gli starnuti, la produzione di muco acquoso e il prurito nasale, mentre gli steroidi determinano una riduzione del gonfiore delle mucose nasali, e quindi riducono il senso di ostruzione.

La seconda terapia consiste nell’immunoterapia specifica, ovvero il vaccino da somministrare preventivamente prima e/o durante la stagione allergica. Il vaccino è atto a modificare la risposta immunologica che c’è alla base dell’allergia per correggerla e riducendo la produzione di anticorpi.

Allergie oculari

 Lacrimazione prurito, arrossamento, gonfiore: nella maggior parte dei casi l’allergia primaverile presenta sintomi agli occhi, tanto più se si indossano le lenti a contatto. 

Le allergie oculari sono fenomeni patologici che si manifestano a carico dell’apparato visivo in persone il cui  sistema immunitario reagisce eccessivamente agli allergeni esterni, con conseguente sviluppo di  fastidi che possono coinvolgere le vie respiratorie, la cute e gli occhi. I sintomi dell’allergia oculare sono molto fastidiosi, ma non dannosi per gli  occhi e si manifestano con:

  • prurito oculare;
  • lacrimazione eccessiva o secchezza;
  • gonfiore palpebrale;
  • arrossamento oculare;
  • marcata sensibilità alla luce (fotofobia)

Possiamo adottare alcuni accorgimenti per ridurre il fastidio dell’allergia oculare:

  • Evitare di strofinarsi gli occhi, poiché ciò può acuire la reazione allergica.
  • Indossare gli occhiali da sole: gli occhiali scuri,   proteggono gli occhi sensibili dalla forte illuminazione, dagli spifferi e parzialmente dai pollini che fluttuano in aria.
  • Evitare i parchi e la campagna dove la concentrazione di pollini è particolarmente elevata durante la stagione primaverile.
  • Lavare e sciacquare gli occhi più volte al giorno;
  • Utilizzare colliri specifici per combattere gli arrossamenti, il prurito e le irritazioni.

L'importanza dell'alimentazione

Una percentuale delle persone allergiche ai pollini soffre di reazioni crociate con alcuni alimenti vegetali che hanno una parentela allergenica con la pianta incriminata. Le reazioni possono manifestarsi sia pochi minuti dopo l’ingestione del cibo, con disturbi alla bocca (bruciore, gonfiore, prurito), o più tardivamente in sedi diverse.

L’alimentazione, infatti,  può essere responsabile della progressione e acutizzazione dei fenomeni allergici, accentuando l’infiammazione a livello intestinale  e innescando una reazione a catena. Intestino e mucose del corpo, sono, infatti, collegate tra loro da un sistema che agisce con un rapporto di causa/effetto.

Per questo è importante conoscere l’allergia al tipo o specie di piante, al fine di evitare i cibi dannosi.  Poiché non tutti gli allergici hanno una reazione crociata agli alimenti e non tutti i cibi possono dare allergie, è opportuno consultarsi con un medico allergologo o un nutrizionista per la definizione della dieta, al fine di evitare anche squilibri o carenze nutrizionali.

Vi riportiamo comunque un elenco degli alimenti che potrebbero essere problematici rispetto alle diverse specie di piante a cui siamo allergici:

  • allergia alle Betullacee: mela, pera, nespola, pesca, ciliegia, prugna, frutta secca (nocciola, noce, arachide, mandorla), kiwi, carota, sedano, finocchio, prezzemolo, soia, fave
  • allergia alle Composite: banana, castagne, cicoria, tarassaco, lattuga, sedano, prezzemolo, carota, finocchio, olio di girasole, margarine, dragoncello, camomilla, miele di girasole, miele di tarassaco.
  • allergia alle Graminacee: kiwi, anguria, pesca, prugna, agrumi, melone, albicocca, ciliegia, mandorla, pomodoro .

#1

#2

#3

#4

Consigli per ridurre i fastidi delle allergie

Preziosa per controllare la sintomatologia allergica, è l’adozione di alcuni comportamenti preventivi. Gli esperti raccomandano di:

  • Consulta il calendario della fioritura per conoscere il periodo di pollinazione della pianta a cui sei allergica e adottare il giusto approccio alla terapia preventiva o farmacologica;
  • all’aperto usa mascherine e occhiali da sole;
  • lava frequentemente i capelli e il viso, per eliminare eventuali pollini che possono rimanere sulla cute o tra i capelli.
  • viaggia con i finestrini chiusi e monta filtri anti-pollini nella tua auto.
  • non parcheggiare sotto gli alberi o vicino a giardini e parchi.
  • Cura più frequentemente la pulizia dei tuoi animali domestici che possono essere veicolo di pollini tramite il pelo.
  • Tra le 10 e le 16 vi è la maggior concentrazione di pollini nell’aria perciò tieni chiuse le finestre ed evita attività all’aperto.
  • Nella fase acuta dell’allergia, se possibile, trascorrere del tempo al mare dato che è un ambiente scarsamente saturo di pollini. Chi è allergico alla parietaria invece deve prediligere la montagna dato che tale pianta non cresce oltre i 1.000 m.
  • Stendere il bucato al chiuso per evitare che il polline si attacchi a lenzuola e asciugamani
  • Evitare fumo e alcolici: il primo irrita ulteriormente le mucose, mentre l’alcool stimola la produzione di muco e dilata i vasi sanguigni, peggiorando la congestione nasale. 

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Sindrome Metabolica: cos’è e come combatterla

SINDROME METABOLICA: COS'è E COME COMBATTERLA

Sindrome Metabolica: cos'è

Poco conosciuta e, di conseguenza, spesso sottovalutata, la sindrome metabolica è un’anomalia sistemica che cambia il funzionamento del nostro metabolismo fino a causare l’insorgenza di patologie gravi.

La “sindrome metabolica” detta anche sindrome da insulino-resistenza, è una condizione clinica complessa e articolata. 

La parola ‘sindrome’ deriva dal greco e significa “concorso” che nel linguaggio medico indica un insieme di segni e sintomi non riconducibile a un unico fattore scatenante.

Metabolica’, invece, deriva da metabolismo, termine che ha origine nel concetto di “trasformazione”. Il metabolismo, infatti, è l’insieme delle trasformazioni chimiche che avvengono nelle cellule per produrre energia.

La sindrome metabolica venne individuata per la prima volta da Giovanni Battista Morgagni, a fine 700, che riscontrò una connessione tra la comparsa di alcune manifestazioni dell’organismo, quali obesità e ipertensione arteriosa. Durante il 900 si continuò a studiare l’impatto di questo insieme di fattori nell’organismo, rilevando spesso problematiche a livello cardiovascolare

Alla fine degli anni Settanta,  Haller,  uno studioso tedesco, associò un insieme di sintomi riconducibili a diabete, obesità e steatosi epatica, definendoli come concause della “Sindrome Metabolica”.  Gli studi clinici continuano ancora oggi, per arrivare a una conoscenza approfondita di questa combinazione di fattori, così deleteri per la nostra salute.

Come riconoscerla: i segnali da non sottovalutare

La sindrome metabolica è strettamente collegata ad alcuni fattori che ne determinano la predisposizione quali: età, sesso, genetica e stile di vita.

fattori scatenanti sono tanti come le conseguenze che ne derivano sul piano cardio-metabolico, con l’insorgenza di patologie croniche molto serie: malattie cardiovascolarimalattie neuro-degenerative come Alzheimer e Parkinson, declino cognitivo fino alla demenza.

fattori scatenanti più importanti sono:

1) Obesità: una delle cause basilari della sindrome metabolica

2) Sedentarietà: la mancanza ddi esercizio fisico è molto dannosa

3) Alimentazione errata: una dieta ricca di acidi grassi e zuccheri semplici aggravano la situazione

Gli indicatori più semplici da individuare sono l’aumento della circonferenza vita, ovvero l’accumulo di grasso sula fascia addominale, e l’aumento della pressione sanguigna. Inoltre, bisognerebbe tenere sotto controllo i livelli di glicemia e trigliceridi con analisi del sangue periodiche.

Per parlare di sindrome metabolica è necessario che siano presenti, in contemporanea, tre o più fattori di rischio, tra i seguenti:

  • Circonferenza addominale maggiore di 94 cm nei maschi e di 80 cm nelle femmine
  • Aumento della pressione arteriosa maggiore di 130/85
  • Aumento della glicemia a digiuno con valori maggiori di 100 mg/dl
  • Aumento dei trigliceridi nel sangue con valori maggiori di 150 mg/dl
  • Diminuzione del Colesterolo HDL (buono) con valori minori a 40 mg/dl nei maschi e di 50 mg/dl nelle femmine

In presenza di tre o più di questi fattori, la persona è potenzialmente più esposta a gravi patologie: aumentano il rischio di infarto, di comparsa del diabete o di steatosi epatica (fegato grasso) .

Ovviamente è fondamentale rivolgersi al proprio medico per una prima indagine, in modo che possa monitorare la situazione con precisione e indicarci eventuali analisi e terapie da seguire. 

 

La miglior Risposta: stile di vita sano!

Come abbiamo visto, la sindrome metabolica è associata a una presenza di sovrappeso e di stili di vita errati. Queste condizioni, a lungo termine, comportano un accumulo di grasso a livello addominale, aumentano la resistenza insulinica e producono uno stato infiammatorio cronico, delinenando una situazione che può aumentare il rischio di insorgenza del diabete e delle malattie cardiocircolatorie.

Come possiamo prevenire l’insorgenza della sindrome metabolicaRidurre i rischi per la salute è sicuramente il miglior modo di prevenire o coadiuvare il trattamento di questa condizione clinica. Sempre più spesso obesità e sedentarietà si stanno diffondendo anche tra bambini e adolescenti. Per questo è fondamentale scegliere di adottare uno stile di vita sano e, soprattutto, insegnare ai nostri figli,  sin da piccoli, il modo giusto di prendersi cura di sè!             

L’alimentazione influenza direttamente il microbiota presente nella flora batterica, che è costituita da un’alta varietà di specie batteriche e da un sano equilibrio tra i vari elementi. Questo ecosistema è fondamentale per il corretto uso dell’energia proveniente dagli alimenti e per l’integrità della mucosa intestinale, che è  la prima barriera fisiologica contro gli agenti infiammatori.

Un’alimentazione scorretta può alterare l’equilibrio della flora batterica, favorendo il proliferarsi di batteri che inducono l’assorbimento dei grassi ingeriti e che producono sostanze infiammatorie. La permeabilità intestinale quindi aumenta, generando il passaggio di sostanze infiammatorie nel sangue. Di conseguenza ifegato riceve un eccesso di nutrienti, quali acidi grassi liberi e glucosio, e di molecole infiammatorie. Questo inibisce la funziona del fegato di “regolatore metabolico”Ecco come l’alimentazione scorretto può concorrere al peggioramento dei fattori che provocano la Sindrome Metabolica. 

Purtroppo la sindrome metabolica è poco conosciuta e i suoi rischi sono altamente sottovalutati. Infatti quando vediamo allargarsi il nostro girovita pensiamo soprattutto alle conseguenze estetiche immediate, ma non abbiamo la percezione del rischio di quanto e come i chili di troppo possano avere conseguenze così impattanti per il nostro organismo.

#1

ALIMENTAZIONE:
MANGIA SANO ED EQUILIBRATO

#2

ATTIVITà FISICA:
SCEGLI UNO STILE DI VITA ATTIVO

#3

CONTROLLA LO STRESS:
PIù RELAX PIù SALUTE

I nostri consigli: cosa fare e cosa no

Molti fattori di rischio possono essere esaminati con facilità, con semplici esami non invasivi e veloci, ma che ci permettono di mantenerci in buona saluteInoltre, seguire una corretta alimentazione, povera di grassi e ricca di frutta e verdura, e svolgere un’attività fisica regolare svolgono un ruolo fondamentale nella prevenzione della sindrome metabolica e delle sue gravi conseguenze. Infatti, prevenirla significa prevenire diabete, disfunzioni del metabolismo e malattie cardiache chenel mondo occidentale, rappresentano la prima causa di morte.

Seguire queste le regole può migliorare fortemente la nostra qualità della vita e impedire l’insorgenza di patologie gravemente invalidanti:

1) La salute inizia a tavola! Seguire una corretta alimentazione ti ti permette di combattere uno dei nemici peggiori per la tua salute: il sovrappeso. Prediligi una dieta variegata, ricca di frutta e verdura e povera di grassi. Inoltre limita l’uso di sale e conservanti.

2) No alla vita sedentaria. L’attività fisica costante ti aiuta a mantenere il peso forma ideale, rafforzando i muscoli e il cuore. Spesso usiamo l’alibi del tempo che non basta mai… Inizia anche da piccoli step: evita di usare la macchina per spostamenti brevi, fai le scale invece di prendere l’ascensore, organizza la tua attività a casa seguendo corsi online di aerobica, zumba, yoga o pilates. Bastano 30 minuti al giorno. E approfitta dei tuoi giorni liberi per andare all’aria aperta a passeggiare, a piedi o in bici: scaricherai lo stress, eliminerai le tossine accumulate e farai il pieno di vitamina D!

3) Controlla regolarmente la Pressione. La pressione arteriosa è un fattore molto importante per il tuo benessere. Mantenere il peso ideale e fare attività fisica ti aiuteranno a tenere a bada i valori della pressione.

4) Monitora i livelli di Colesterolo. Dieta e sport contribuiscono in modo sostanziale a mantenere bassi i livelli di colesterolo cattivo nel sangue, aumentando quelli di colesterolo HDL, il cosiddetto “colesterolo buono”.

5) Parola chiave Relax. Eliminare lo stress? Impossibile… o quasi! La nostra vita è frenetica e molto stressante perciò è molto difficile abbassare il livello di stress, soprattutto in determinati periodi in cui si è sotto-pressione. Possiamo però seguire dei piccoli accorgimenti: avere orari regolari per i pasti e per il sonno, programmare gli impegni e stabilire le priorità, ritagliarsi momenti di riposo e, ogni tanto “staccare la spina”.

6) Vietato fumare. Questa indicazione non ha bisogno di spiegazioni! Il fumo è un nemico per la nostra salute ed è la causa di moltissime patologie, anche gravi. Smettere di fumare è semplicemente fondamentale per star bene!

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Qualità del sonno: come evitare l’insonnia e dormire sereni

QUALITà del sonno: come dormire sereni

IL CICLO DEL SONNO

Il sonno è una condizione necessaria per il benessere psicofisico dell’uomo, ma ancora sappiamo relativamente poco dei meccanismi che lo governano.

Durante il sonno il nostro organismo lavora per far riposare il corpo, eliminare le tossine e rafforzare le funzioni cognitive, come la memoria.

Il sonno è composto da due macro-momenti: fase NRem, o sonno profondo, e fase Rem, o sonno attivo, suddivisi a loro volta in 5 stadi complessivi.

FASE NREM

Nel 1953 gli studiosi E. Aserinsky e N. Kleitman scoprirono la presenza durante il sonno di movimenti oculari rapidi: questa scoperta ha permesso in seguito di differenziare il sonno in una fase con movimenti oculari ovvero Rem (Rapid eye movement) e in una fase caratterizzata dalla loro assenza, NRem (Non Rapid eye movement).

La prima macro-fase del sonno NRem,  che costituisce il 75% circa del sonno totale, si compone a sua volta di 4 stadi, la cui durata singola può variare da un minimo di 5 minuti a un massimo di 15; nel passaggio da uno stadio all’altro il sonno si fa  sempre più profondo.

Stadio 1: Addormentarsi

L’organismo passa dallo stato di veglia al sonno. La temperatura corporea si abbassa, la muscolatura comincia a rilassarsi e il battito cardiaco diminuisce, come l’attività cerebrale.

Stadio 2: Sonno leggero

La frequenza cardiaca rallenta ancora e l’organismo entra nello stadio di sonno vero e proprio, in cui i movimenti degli occhi sono quasi del tutto assenti. Si è completamente addormentati, la muscolatura è distesa e il respiro molto profondo.

Stadio 3: Sonno profondo

Nella fase di sonno profondo se si venisse svegliati improvvisamente si sperimenterebbe una sensazione di confusione e disorientamento. Questo perchè il metabolismo è molto lento e le attività cerebrali sono ridotte alle funzioni di base. 

Stadio 4: Sonno profondo

Nel corso dell’ultima fase Nrem vi è un rilassamento ancora più profondo e inizia l’attività della mente inconscia. I movimenti oculari sono molto lenti e la temperatura del corpo si abbassa ulteriormente. In questa fase l’organismo si rigenera e si ripristinano le riserve metaboliche.

FASE REM

Infine abbiamo la fase Rem, detta anche stadio del sonno paradosso: infatti,anche se si è in una fase di sonno profondo, l’attività cerebrale si risveglia e gli occhi ricominciano a muoversi rapidamente. In questo stadio di sonno attivo si presentano i sogni, accompagnati da un aumento graduale, ma sensibile del flusso sanguigno, della respirazione e dell’attività cerebrale. il cervello è attivo come durante la veglia.

Le fasi Rem e Non-Rem si alternano per una durata complessiva di 90 minuti, determinando i cosiddetti cicli del sonno. Il rispetto di questa struttura ciclica, caratterizzata dall’alternanza delle 5 fasi, è fondamentale perchè la qualità del sonno sia buona e per sentirci riposati e rigenerati al nostro risveglio.

I DISTURBI DEL SONNO

I disturbi del sonno sono principalmente associati all’insonnia, ma per quanto questo sia uno dei disturbi più frequenti e diffusi, dobbiamo fare una distinzione tra 4 categorie di problematiche legate al riposo notturno:

  1. insonnia, cioè la difficoltà dell’inizio e del mantenimento del Sonno;
  2. ipersonnie, ovvero eccessiva sonnolenza;
  3. disturbi del ritmo sonno-veglia;
  4. parasonnie, ovvero disturbi in stadi del Sonno o con risvegli parziali.

Le varie forme di ipersonnie sono molto frequenti, anche se spesso vengono sottovalutate. Possono essere causate da diversi disturbi della fase del sonno e possono comportare un serio rischio di incidenti sul lavoro o alla guida, come nel caso della narcolessia.

L’eccessiva sonnolenza diurna può essere causata anche delle apnee ostruttive nel sonno. Il sintomo che caratterizza questo disturbo è il russamento. Il “russare”, oltre ad essere un fastidio per chi ci sta intorno, può essere un segnale d’allarme per la nostra salute, dato che può essere associato a un incremento del rischio cardio-vascolare e cerebro-vascolare e di sviluppare patologie quali ipertensione arteriosa, scompenso cardiaco, aritmie, ictus. 

I disturbi legati al ciclo sonno-veglia vengono definiti disturbi del ritmo circadiano.
In condizioni normali l’orologio interno dell’organismo è in sintonia con il ciclo luce-buio dell’ambiente esterno, adattando così il ritmo circadiano endogeno dell’essere umano al ritmo esogeno, tarato sulle 24 ore. 
I disturbi del ritmo circadiano nascono da un disallineamento  della sincronizzazione tra il ritmo endogeno e il ritmo della vita quotidiana. Questo mancato allineamento comporta la comparsa di fatica, scarse performance lavorative e disturbi del sonno.

Infine, le parasonnie consistono nella comparsa durante il sonno, di fenomeni legati a una dissociazione dei meccanismi che regolano le varie fasi del sonno con risvegli parziali come, ad esempio, il sonnambulismo e il bruxismo.

L'INSONNIA

L’insonnia è un disturbo molto diffuso che colpisce circa 1/3 della popolazione, in particolar modo donne e anziani. Il termine insonnia indica un disturbo caratterizzato dalla difficoltà di inizio, durata e mantenimento del sonnoInoltre riguarda anche la valutazione negativa che ogni soggetto fornisce sulla qualità del suo sonno. 

L’insonnia viene classificata come primaria se non vi sono cause definite o patologiche che la generano. Nella maggioranza dei casi l’insonnia è dovuta a a situazioni esterne, come stress, traumi psichici o fisici, turni di lavoro, cattive abitudini alimentari, consumo di alcool, fumo o droghe.

L’insonnia può derivare anche da vere patologie come ansia, depressione, malattie neurologiche o metaboliche, malattie cardiache, stati dolorosi. Le fasi della vita hanno un’influenza diretta sulla durata e sulla qualità del sonno: un neonato dorme per circa 17/18 ore su 24, mentre negli anziani progressivamente si riducono sia la quantità che la qualità del sonno. Anche durante la gravidanza non sono infrequenti episodi di insonnia.

La mancanza di sonno, la non continuità o la difficoltà ad addormentarsi crea uno stato di malessere che varia a seconda del paziente. Come abbiamo visto, infatti, il riposo viene compromesso se non si rispettano i cicli del sonno.

L’insonnia può essere acuta, presentandosi sottoforma di episodi sporadici non duraturi, spesso legati a eventi traumatici, jet leg o stati di stress; oppure cronica. In questo secondo caso l’insonnia ha una frequenza di minimo tre notti a settimana e persiste per almeno tre mesi.

l’insonnia cronica, che colpisce quasi una persona su 10, con una incidenza maggiore tra le donne.

Perché è importante il sonno

L’insonnia è un disturbo molto serio perché impedisce una qualità del sonno soddisfacente e di conseguenza una rigenerazione psico-fisica. Il sonno, infatti,  rinforza il nostro organismo e le nostre funzioni cognitive, migliora l’umore la nostra efficienza e , di conseguenza, le nostre performance lavorative o scolastiche Questo non ha una correlazione diretta e univoca con il numero delle ore di sonno., dato non tutti abbiamo bisogno della stessa quantità di ore di sonno per sentirci riposati. Ciò che conta è non scendere al di sotto del livello che il nostro corpo ritiene necessario.

Nei casi più gravi si potrà prescrivere una terapia farmacologica. L’impiego di medicinali ha però svariati effetti collaterali, perciò è fondamentale che l’assunzione di farmaci per l’insonnia avvenga sempre e soltanto dietro controllo medico costante.

L’insorgere dell’insonnia crea atteggiamenti di apprensione, ansia, irritazione, che contribuiscono a peggiorarne l’andamento. Il pensiero di quante poche ore si riposerà e il conseguente stato di stanchezza con cui si dovrà affrontare la giornata seguente non fanno altro che aumentare lo stato di stress e fastidio. Per questo di seguito abbiamo creato una lista di buone abitudini che potrebbero aiutarti ad apportare dei piccoli miglioramenti.

#1

STRESS

#2

LUMINIOSITà

#3

CAFFè E ALCOLICI

#3

CIBO PESANTE

10 REGOLE D'ORO

Ci sono dei comportamenti che adottiamo nonostante siano deleteri e che possono incentivare la comparsa di episodi di insonnia, o più in generale, di disturbi del sonno. Ecco 10 consigli per aiutarti a compiere piccoli miglioramenti nella tua routine quotidiana. 

  • L’ansia crea ansia: legare rabbia e nervosismo al momento del sonno rende “spaventoso” l’arrivo della notte. Cerca di concentrarti su pensieri positivi
  • Pratica regolarmente attività fisica: questo ti permetterà di scaricare lo stress e di stancarti a livello fisico, oltre che mentale
  • Crea un circolo virtuoso veglia/sonno: rispetta gli stessi orari quotidianamente per creare un ritmo biologico positivo
  • Evita di assumere caffeina, nicotina e alcolici, soprattutto la sera.
  • Se non riesci a dormire alzati dal letto e dedicati a un’attività rilassante
  • Evita di guardare la tv e lo smartphone a letto
  • Posiziona la sveglia lontano dal letto
  • La cena deve essere leggera: evita di mangiare cibi molto calorici, ma non saltare il pasto.
  •  Crea un ambiente favorevole al sonno, confortevole e privo di luci
  • Metti in atto delle tecniche di rilassamento o pratica la meditazione.

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Mani screpolate: rimedi e consigli

MANI SCREPOLATE: RIMEDI E CONSIGLI

IL NEMICO NUMERO 1: IL FREDDO

Il periodo invernale,  con l’abbassamento delle temperature, costituisce un nemico per l’epidermide che a causa del freddo soffre di un’alterazione della barriera cutanea, che si traduce in disidratazione e secchezzaOvviamente mani e labbra sono le parti del nostro corpo che vengono messe più a dura prova in questo periodo. Per questo idratazione e protezione sono i mantra della stagione invernale. 

La  perdita della barriera idrolipidica che ricopre la cute e la protegge dai fattori esterni ha come conseguenza mani ruvide e arrossate, ricoperte da spaccature e fessurazioni dolorose. Vento e temperature rigide, lavaggi frequenti o utilizzo di detersivi senza guanti sono tra i fattori che principalmente danneggiano le mani.

Per proteggere le mani occorre adottare alcuni semplici accorgimenti: indossare sempre i guanti durante le pulizie per evitare il contatto diretto della pelle con i detersivi e utilizzare acqua tiepida per lavare le mani, dato che l’acqua calda concorre a seccare la pelle. Inoltre le mani devono essere asciugate con cura, tamponandole con un asciugamano, senza sfregarle.

Parola d’Ordine: Idratazione. La pelle delle mani va nutrita e idratata tutti i giorni utilizzando creme lenitive con principi attivi anti-invecchiamento quali fosfolipidi, acido ialuronico, vitamine A, C ed E. Se la pelle appare particolarmente secca e screpolata la migliore soluzione è fare un impacco con una buona crema nutriente. Bisognerà semplicemente applicare la crema e, successivamente, indossare dei guanti leggeri, per almeno un’ora di tempo. Inoltre risulta molto utile, nonchè piacevole, effettuare dei piccoli massaggi alle mani per riattivare la circolazione e ossigenare la pelle. 

Anche le labbra hanno bisogno di un’intensa idratazione per combattere il freddo. Per questo dobbiamo provvedere utilizzando stick labbra di qualità che permettono di nutrire e idratare, ma anche di rallentare i processi di invecchiamento di questa particolarmente delicata.

MANI E LAVAGGI FREQUENTI

Oltre ad essere prossimi ad affrontare l’inverno, in questo periodo dobbiamo fare i conti con un altro problema: il lavaggio frequente delle mani a causa del Covid-19.

La detersione frequente delle mani con acqua molto calcarea, come quella della nostra città, e l’utilizzo di gel igienizzanti hanno come conseguenza l’indebolimento del film idrolipidico che protegge la nostra cute e non solo. Infatti la nostra pelle svolge un ruolo fondamentale come barriera tra il nostro organismo e gli agenti esterni. L’epidermide, ovvero lo strato più superficiale della pelle, è ricoperta da un film idrolipidico, un’emulsione di acqua e lipidi; esso è fondamentale perché aiuta la pelle a proteggersi dagli attacchi esterni. Per questo curare la pelle delle nostre mani è fondamentale!

Lavarsi spesso le mani, con una durata minima di 40 secondi e in maniera energica, necessaria per l’eventuale eliminazione del virus Covid-19, provoca l’eliminazione temporanea del film idrolipidico, che impiega fino a tre ore per ricostituirsi dopo l’utilizzo degli igienizzanti a base alcolica.

Il film idrolipidico rende le mani morbide e sane, quindi la sua macanza comporta secchezza e disidratazione. Per detergere le mani nella maniera più delicata possibile è indicato utilizzare saponi non saponi o il sapone di Marsiglia.

Prodotti come il Lipikar gel lavant di La Roche Posay o il Triderm al sapone di marsiglia di Bionike sono perfetti.

LE BUONE NORME PER CURARE LE MANI

1) Lavarsi le mani con acqua tiepida, mai calda.

2) Utilizzare saponi ultra delicati, a base di marsiglia o “saponi non saponi”.

3) Applicare una buona crema idratante per le mani, massaggiandola delicatamente.

4) Quando la pelle delle mani è molto secca, potreste applicare un siero concentrato a base di acido ialuronico e Omega 3 e 6, prima della crema . Potrete utilizzare tranquillamente quello per il viso.

5) In caso di secchezza persistente , effettuare una impacco di crema nutriente alle mani, indossando guanti di cotone e lasciando in posa almeno un’ora.

6) Non tralasciare la cura di unghie e cuticole, che possono soffrire di fragilità e irritazioni per l’utilizzo ripetuto di gel disinfettanti e acqua. Distribuire sulle unghie una crema nutriente, con movimenti circolari, e sulle cuticole applicare un olio di rosa mosqueta o di calendula, che hanno proprietà idratanti e cicatrizzanti.

7) Utilizzare sempre i guanti quando le temperature esterne sono rigide.

8) Utilizzare i guanti quando si utilizzano detergenti per la pulizia della casa.

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Fermenti lattici: a cosa servono e perchè

FERMENTI LATTICI: A COSA SERVONO E PERCHè

FERMENTI LATTICI: COSA SONO

La definizione “fermenti lattici” indica un gruppo di batteri preposti alla digestione del lattosio, lo zucchero maggiormente presente nel latte. Questi microrganismi sono naturalmente contenuti in alcuni alimenti come lo yogurt, ottenuto proprio grazie a un processo di fermentazione.

I due gruppi principali di fermenti lattici sono i Lactobacillus e i Bifidobacterium.

La trasformazione chimica del lattosio può essere effettuata da diversi ceppi di microrganismi, ma solo alcuni di questi possono eseguire processi benéfici per l’uomo. Soltanto specifici fermenti lattici, infatti, arrivano vivi all’interno del nostro intestino e apportano benefìci alla flora intestinale. La loro azione, infatti, coaudiuva l’intestino nel mantenere una condizione di equilibrio, necessaria per la salute dell’intero organismo. 

I fermenti lattici per riuscire a sopravvivere nel nostro intestino devono possedere specifiche proprietà di resistenza:

  • resistenza alla barriera gastrica, ovvero devono essere in grado di rimanere in vita nonostante l’attacco degli acidi gastrici;
  • resistenza all’azione degli antibiotici. I fermenti lattici vivi sono molto importanti per sostenere il paziente che si sottopone a una terapia antibiotica;
  • resistenza agli sbalzi di temperatura, ovvero non devono richiedere particolari condizioni di conservazione. 

FERMENTI LATTICI SENZA LATTOSIO

Lo yogurt è l’esempio classico di alimento che viene arricchito con fermenti lattici vivi per favorire l’equilibrio della flora intestinale. Qualora avessimo un’intolleranza al lattosio dovremmo optare per l’utilizzo di fermenti lattici specifici, che hanno totale assenza di lattosio.

#1

DIFESE IMMUNITARIE

#2

DIGESTIONE

#3

MIGLIORAMENTO DELL’UMORE

DIFFERENZA TRA FERMENTI LATTICI E PROBIOTICI

Abbiamo parlato fino ad ora di fermenti lattici, ma spesso sentiamo anche un’altra parola associata ad essi: probiotici.

L’ OMS (Organizzazione mondiale della sanità) definisce i probiotici come “gli organismi vivi che, somministrati in quantità adeguata, possono apportare un beneficio alla salute dell’ospite”.

Secondo le direttive del Ministero della Salute, un integratore di probiotici per essere realmente efficace deve fornire nella dose giornaliera una quantità di fermenti lattici probiotici vivi pari a un miliardo per ogni singolo ceppo.

Possiamo asserire, quindi, che i probiotici indicano specifici ceppi di batteri lattici che sopravvivono all’interno del nostro organismo andando a costituire parte del nostro microbiota.

A COSA SERVONO I PROBIOTICI

I probiotici aiutano a preservare la salute del nostro organismo e del nostro intestino coadiuvando diverse azioni importanti per il nostro benessere:

  • Rafforzamento del sistema immunitario

Il nostro intestino ospita circa  il 60% delle cellule immunitarie del nostro organismo. I fermenti lattici vivi, interagendo con le mucose intestinali, rinforzano le nostre difese immunitarie intestinali.  Essi producono numerosi effetti positivi quali: aumento delle difese locali del tratto intestinale contro vari patogeni, aumento della produzione di anticorpi, chiamati immunoglobuline A, aumento della produzione di muco protettivo del tessuto intestinale. I fermenti lattici vivi sono, quindi, dei veri alleati per aumentare le nostre difese. 

  • Riequilibrio della flora intestinale

Uno degli elementi fondamentali del nostro eco-sistema intestinale è il microbiota, ovvero l’insieme di batteri buoni che popolano il nostro tratto gastro-intestinale.

Il microbiota svolge un’insieme di funzioni essenziali: di tipo metabolico, ovvero di sintesi dei macro-nutrienti, di tipo enzimatico, cioè di di protezione e stimolo del sistema immunitario e di eliminazione delle scorie. Il microbiota in equilibrio, definito in eubiosi, è fondamentale per il benessere generale dell’individuo.

Purtroppo però, il microbiota, chiamato comunemente flora intestinale, spesso viene alterato a causa di diversi fattori: l’uso di antibiotici e medicinali, l’aggressione di microrganismi nocivi, vita frenetica e un’alimentazione disordinata, povera di fibre e acqua. 

Questo stato di alterazione è definito disbiosi e può causare disturbi diversi, quali stipsi o, al contrario, diarrea, meteorismo e cattiva digestione. I probiotici riequilibrano la flora batterica intestinale riportando le funzioni fisiologiche in condizioni normali. Il ruolo dei fermenti lattici vivi diviene, quindi, basilare per mantenere in equilibrio il nostro microbiota e, di conseguenza, il nostro intero organismo.

  • Ruolo fondamentale nel processo di sintesi dei nutrienti

All’interno del tratto gastro-intestinale, si completano i processi digestivi del cibo ingerito. I fermenti lattici vivi nutrono il microbiota, fondamentale per realizzare il processo di assorbimento di tutti i nutrienti da parte delle mucose intestinali. Inoltre la flora batterica si occupa della sintesi delle vitamine del gruppo B, essenziale nel processo di metabolismo energetico delle cellule, e della vitamina K, che ricopre un ruolo molto importante nel processo di coagulazione del sangue. 

Appare chiaro come un intestino sano e in equilibrio sia alla base di un organismo forte e in salute!

I CONSIGLI DELLE NOSTRE FARMACISTE

Per essere efficaci, i probiotici dovrebbero essere assunti sempre a stomaco vuoto, in modo da non essere disturbati dai succhi gastrici. Per poter notare dei risultati apprezzabili, la somministrazione dovrebbe avvenire per un periodo della durata minima di 3 settimane.

I probiotici rientrano nella categoria degli integratori alimentari . Essi non possono sostituire un’alimentazione variegata e corretta e uno stile di vita sano, fondamentali per l’equilibrio del nostro intestino. 

Ti ricordiamo che per le donne in gravidanza, o in allattamento, e i bambini  si raccomanda sempre di sentire il parere del medico prima dell’assunzione.

Di seguito indichiamo le nostre offerte del mese sui probiotici che puoi trovare in farmacia. Siamo sempre a tua disposizione per rispondere a tutte le tue domande e a consigliarti sulla scelta migliore!

YOVIS

Integratore alimentare caratterizzato da un mix di fermenti lattici vivi ad azione probiotica. 10 capsule

multicentrum boost

Integratore alimentare a base di fermenti lattici vivi con complesso vitaminico. 16 flaconcini

puraflor

Integratore di fermenti lattici probiotici. arricchiti con zinco.12 bustine

enterolactis plus

Integratore alimentare con 24 miliardi di fermenti lattici vivi. Confezione da 30 capsule

florberry

Integratore alimentare a base del probiotico lactobacillus rhamnosus. 10 bustine